28 dicembre 2005

Cogli la rosa quando è il momento che' il tempo lo sai che vola...

Tratto dal film: l'Attimo Fuggente (1989) con Robin Williams


Cogli la rosa quando è il momento che' il tempo lo sai che vola...
e lo stesso fiore che oggi sboccia
domani appassirà.

22 dicembre 2005

07 dicembre 2005

I nostri spiriti sono collegati nei sogni ...


I nostri spiriti sono collegati nei sogni ...
oppure puoi sempre scrivermi un'e-mail!

06 dicembre 2005

Ci sono 10 tipi di persone al mondo ...


Ci sono 10 tipi di persone al mondo.

Quelli che capiscono il codice binario ..
quelli che non lo capiscono.

01 dicembre 2005

La teoria del Piccolo mondo


Un esperimento un po’ visionario degli anni sessanta, abbandonato nei cassetti della facoltà di psicologia sociale della Yale University, si ripropone nell’era della Rete come una interessante net-provocazione
"Fred Jones di Peoria, Michigan, è seduto in un caffè di Tunisi ed ha bisogno di accendere la sua sigaretta. Chiede del fuoco all'uomo del tavolo accanto. Inizia a conversare; lo straniero è un inglese che, viene a sapere, ha passato alcuni mesi a Detroit per studiare i modi di produzione di una fabbrica di tappi. "Lo so che è una domanda sciocca", dice Jones, "però ha mica per caso incontrato un tipo di nome Ben Arkadian? E' un mio vecchio amico, gestisce una catena di supermercati a Detroit...""Arkadian, Arkadian," ripete fra sè l'inglese. "A dire il vero, penso proprio di si! Un tipo non molto alto, molto energetico, ha fatto un casino che non le dico a proposito di una spedizione difettosa". "Davvero!" esclama Jones stupito. "Santo cielo com'è piccolo il mondo".Questa esperienza è così sorprendente, eppure così solita che abbiamo coniato una frase per descriverla: " Com'è piccolo il mondo!"Così scrive Milgram nel 1967. Stanley Milgram, psicologo sociale, conosciuto soprattutto per i suoi esperimenti sull'obbedienza all'autorità, condotti negli anni 1961-1962 presso la Yale University. Nel 1967 tratta un problema interessante: “Quanto è piccolo il mondo?” Una ricerca che prende le mosse dalla considerazione che tutti, ameno una volta, abbiamo espresso, ovvero “Com’è piccolo il mondo”.Attenzione, le due frasi non sono la stessa cosa. Dal punto di vista matematico la prima assume la forma: “Qual è la probabilità che due persone, scelte a caso nella popolazione mondiale, abbiano un amico in comune?” La seconda invece risponde alla descrizione: “Qual è la probabilità che incontriate uno degli amici che avete conosciuto fino ad oggi oppure uno sconosciuto che sia amico di uno degli amici che avete conosciuto fino ad oggi?” Milgram affronta il primo problema e cerca la risposta con un ingegnoso ed originale esperimento ideato per verificare un'ipotesi piuttosto semplice: data una vasta rete sociale (nel caso in esame la popolazione degli Stati Uniti), ognuno dei suoi membri è connesso ad un qualunque altro membro mediante una breve catena di conoscenze intermedie. Milgram svolge due esperimenti, simili fra loro. Recapita ad un paio di centinaia di persone scelte a caso nel Kansas e nel Nebraska, regioni assai decentrate e poco popolate degli USA, nel primo caso una lettera e nel secondo un "Passaporto" – immaginate un libretto formato passaporto con in copertina la scritta in caratteri d'oro "Harvard University" – chiedendo loro di inviarlo ad un soggetto "bersaglio" residente nell'area di Boston, Massachussets, costa occidentale. Per recapitare l'oggetto, gli "invianti" devono rispettare un vincolo aggiuntivo. Possono mandarlo solo a qualcuno/a che conoscono sufficientemente bene da chiamarlo/a per nome di battesimo e che reputano abbia maggiori possibilità delle loro di fare avere l'oggetto al "bersaglio" finale. Per aiutarli a decidere, Milgram fornisce agli “invianti” alcune informazioni sul soggetto bersaglio: nome, cognome, indirizzo, occupazione. Per seguire il percorso delle singoli spedizioni, chiede ai partecipanti, ovvero tutti coloro che hanno avuto a che fare ad un certo punto con ciascuno degli oggetti, di staccare da essi una delle etichette con il suo indirizzo presso l'università di Harvard, dove insegna e di inviargliela. Il tutto funzionò piuttosto bene.Al punto che il risultato del suo esperimento è assurto a dogma della sociologia: poiché, in media, l’oggetto viene recapitato dopo sei passaggi, esistono sei gradi, sei livelli di separazione. In altre parole, ognuno di noi, appartenente ad una vasta rete sociale, è connesso ad ognuno degli altri per il tramite di sei persone. Breve digressione. La frase "sei gradi di separazione" è entrata a fare parte del bagaglio della cultura popolare grazie alla commedia di Broadway del 1990 di John Guare che la prese come titolo. Commedia degli equivoci, dove si racconta con sarcasmo ed ironia –pare basandosi su una storia vera – di come un giovane gay, spacciandosi con successo come il figlio di Sidney Poitier, riesca ad imbrogliare Flanders (Flan) e Louisa (Ouisa) Kittredgela, rampanti mercanti d'arte di scarso successo, disperatamente aggrappati al Manhattan lifestyle.Passano gli anni e l'ipotesi del "Piccolo Mondo a Sei Livelli" passa di moda. Milgram torna a dormire sogni tranquilli. Sono in tanti, esperti di ogni ordine e grado e non, ad essere convinti che l'ipotesi sia stata debitamente dimostrata e che il mondo sia davvero "piccolo". Arriviamo al 1998. Per anni il problema del Piccolo Mondo è stato un interessante gioco per matematici, descritto nei termini che seguono: "Prese due persone qualunque nel Mondo, qual è la probabilità che si conoscano?". Ithiel de Sola Pool del MIT e Manfred Kochen dell'IBM mettono insieme a punto un modello matematico del problema e per oltre venti anni hanno fatto circolare fra i loro colleghi articoli mai pubblicati. Kochen nel 1989 dichiara che non hanno mai cercato di farlo perché: non abbiamo mai avuto la sensazione di avere "spezzato le reni del problema". Onore al merito della serietà scientifica. Sono sempre due matematici – specie sempre assai pericolosa –, Watts e Stragatz (giuro che i nomi sono autentici), a pubblicare su "Nature" un articolo nel quale, avvalendosi del concetto di “connettori casuali nella rete”, offrono una spiegazione matematica del fenomeno "Piccolo Mondo". L'elegante dimostrazione, basata sull'affascinante Teoria dei Grafi, è suffragata però da un solo esempio sociologico sperimentale. Definendo due attori "connessi" se hanno recitato insieme in almeno un film, i due autori hanno scoperto che i 225mila attori presenti nell'aprile 1997 nella banca dati "Internet Movie Database" sono separati fra loro da soli quattro passaggi. Esempio interessante che può essere una buona analogia, secondo Judith Kleinfeld, docente di psicologia presso l'università dell'Alaska a Fairbanks, per altre reti di professionisti, ad esempio scienziati o dirigenti aziendali. Tuttavia, gli attori, che cambiano il contesto sociale ogni volta che girano un film, non sono una valida analogia per la formulazione classica del problema "Piccolo Mondo" che si può enunciare nel modo che segue: "A che livello sono connesse, ovunque nel mondo, le persone?” Siano essi un contadino indiano analfabeta o uno dei miei figli, giovani tecnofili urbani, quanti passaggi ci vogliono per connetterli?Inutile dire che la pubblicazione dell'articolo ha portato ad un'esplosione dell'interesse di specialisti e media. Yang e Shulman (1998) lo definiscono una scoperta fondamentale con implicazioni che vanno dalla trasmissione delle malattie alle neuroscienze alla diffusione degli incendi boschivi. Racconta Watts in un articolo pubblicato dalla rivista Discover: "Sono stato contattato da esperti di tutte le specializzazioni, con l'unica eccezione della letteratura inglese. Ho ricevuto lettere da matematici, fisici, biochimici, neurofisiologi, epidemiologi, economisti, sociologi (come possono mancare.... NdA); da esperti di marketing, sistemi informativi gestionali, ingegneri civili, e da un'azienda che utilizza il concetto del "piccolo mondo" per definire architetture di rete su Internet”. Nota di colore o ironia della sorte, Stanley Milgram era uno psicologo sociale. Eppure la lista di Watt non ne contempla neanche uno. Niente di sorprendente. Il problema del "Piccolo Mondo" in psicologia era finito nel dimenticatoio.La già citata Kleinfeld lo ha tirato fuori ed ha cercato di restituire alla psicologia la sua forza empirica, la sua attenzione ai sistemi di credenze. Ha cercato di smontare la perversa combinazione della forza della credenza popolare di quanto sia piccolo il mondo e la debolezza dell'evidenza scientifica delle conclusioni di Milgram.Eh già. L'ipotesi di Milgram è tutt'altro che dimostrata. La Kleinfeld si è accuratamente letta gli appunti originali di Milgram, conservati negli archivi della Yale University. I risultati sono inquietanti. Il fenomeno "Piccolo Mondo" si basa su fondazioni empiriche molto, molto deboli. Le prove che Milgram presenta a supporto della sua ipotesi ammettono rivendicazioni molto più ristrette di quelle normalmente riconosciute. Difficile considerare universale il fenomeno "Piccolo Mondo", quando si dimostra che sono stati utilizzati solo i dati di uno dei due "obiettivi" e solo qualche decina di catene complete. Non solo. Ci sono dati – quelli del Kansas – che Milgram non pubblica perché non alimentano le sue ipotesi. Insomma i risultati sono assai fragili. Non ci sono state ricerche per verificarle. Le sole verifiche completate sono limitate, trattano insiemi di partecipanti troppo limitati come numero o come contesto (all'interno di una sola università), inferiori a quelli di Milgram. No, non è sorprendente che nessuno abbia mai condotto uno studio a larga scala. Troppe volte vengono citati autori e le loro idee senza che ci si sia presa la briga di andarli a leggere. Vedere ad esempio quante cose sono state attribuite a quel poveraccio di Taylor senza che lui si sia mai sognato di dirle o scriverle... Lasciamo perdere.Riassumiamo. Milgram svolge uno studio. Afferma che il mondo è piccolo. In media sei passaggi e tutti sono connessi con tutti. Passano gli anni. Una psicologa dell'Alaska inizia a spulciare le carte di Milgram. Un po' perché messa sul chi vive da un articolo di due matematici, un po’ perché, dovendo preparare un corso sulle metodologie di ricerca, matura l'idea di replicarne l'esperimento nell'era di Internet. L'esperimento di Milgram, infatti, non solo porta a dei risultati elegantemente contro-intuitivi, ma può insegnare qualcosa di veramente nuovo: Internet ha modificato il Mondo come si dice? E' diventato davvero più piccolo e interconnesso? Il modo con cui il virus "Lovebug" si è diffuso, facendo chiudere metà delle aziende nel giro di ventiquattro ore, è indicativo di qualcosa? e di cosa?Judith Kleinfeld dopo le sue ricerche negli archivi di Yale formula tre affermazioni. Pesanti.La prima è che le scoperte empiriche di Milgram non giustificano la sua famosa conclusione che si vive in un "Piccolo Mondo" dove le persone sono separate in media da sei livelli. La seconda è che il sorprendente grado di accettazione della nozione che siamo tutti interconnessi è di per se un importante fenomeno da investigare. Probabilmente abbiamo una forte necessità emotiva di crederci perché "pensare che ci si tiene tutti per mano da' sicurezza in un mondo che fa paura". Esiste una forte credenza religiosa – anche fra chi si dichiara laico o gentile – che gli incontri fortuiti non siano casuali ma l'evidenza di un qualche disegno divino.La terza e ultima rivendica alla psicologia la trattazione del problema "Piccolo Mondo". Occorrono ricerche empiriche per rispondere a quesiti del tipo: "Che significa essere intimi con un’altra persona così da chiamarla per nome di battesimo?" "Che significa essere connessi?" Un esempio: sono un ragazzo-padre che riceve assistenza sociale da un dipendente dell'assessorato comunale preposto e lo chiamo per nome di battesimo. Il dipendente fa lo stesso con il suo dirigente che fa lo stesso con l'Assessore che fa lo stesso con il sindaco, collega di partito e amico di lunga data del Primo Ministro che è intimo del Presidente della Repubblica. E allora? Quale è la tipologia delle persone altamente connesse e quale quelle che non lo sono? Belle domande, non trovate?Ce n'è abbastanza per sottoporre a verifica le conclusioni di Milgram. Duncan Watts, sociologo della Columbia University, insieme ad un team di ricercatori, ha avviato un interessante progetto per verificare, attraverso l'uso della posta elettronica, se la teoria dei sei gradi di separazione sia verificata su scala mondiale. La speranza è di capire come siano strutturate le reti sociali e se è possibile tracciare dei paralleli fra le reti sociali umane e quelle progettate dall'uomo, come le reti informatiche distribuite: tanti calcolatori collegati fra di loro. Internet ad esempio.Se volete farne parte, in qualità di "bersaglio" o di "inviante", basta andare sul sito http://smallworld.sociology.columbia.edu e presentare la propria candidatura.Selezionate la voce giusta, inserite i vostri dati personali di base ed il gioco è fatto. Come partecipante all'esperimento vi sarà dato il nome del vostro bersaglio insieme a qualche altra informazione pertinente. Ovvio che io mi sono registrato. Sono troppo curioso e sono pur sempre un fisico sperimentale.... Il mio "bersaglio" è un signore norvegese, veterinario militare, che ha studiato ad Oslo. Devo seguire le stesse regole del gioco di Milgram: posso rivolgermi solo a persone che conosco abbastanza da chiamarle per nome; non posso usare motori di ricerca e Internet per trovarlo subito. Non conosco nessuno in Norvegia, però un mio caro amico – lo chiamo per nome – lavora per una multinazionale svedese. La Norvegia è lì accanto.... chissà che non funzioni.Una volta che vi siete iscritti, potete verificare lo stato di avvicinamento al vostro bersaglio andando all'indirizzo http://smallworld.sociology.columbia.edu/track.htmlNon fatelo se non vi siete iscritti: per entrare vi servono la Password e la Userid che vi saranno assegnati.Se invece dovesse capitarvi di essere stati scelti per mandare avanti il messaggio, il team di progetto vi farà sapere chi è stato ad inviarvelo, ovvero l'anello della catena precedente al vostro. Prima di inoltrare a qualcun altro il messaggio dovete confermare al team di progetto che effettivamente conoscete la persona che ve lo ha mandato. Come vedete hanno messo a punto tutte le possibili sicurezze per evitare imbrogli...Poi digitate il nome e la e-mail della persona a cui volete inviare il messaggio ricevuto per avvicinarlo ancora di più al soggetto "bersaglio". Se volete potete anche allegare un breve messaggio di spiegazione o di saluto.Dunque, è per me un piacere ed un onore invitarvi a fare parte del progetto dei signori Prof. Duncan J. Watts, Dr. Peter Dodds e Roby Muhamad del Department of Sociology and the Columbia Earth Institute; Columbia University, 2960 Broadway, New York, NY 10027-6902, USA.Non so voi, io non vedo l'ora di sapere come finisce...
Che la Rete sia con Voi.
by Andrea Aparo
Professore di Strategie Aziendali all’Università di Roma