28 dicembre 2005

Cogli la rosa quando è il momento che' il tempo lo sai che vola...

Tratto dal film: l'Attimo Fuggente (1989) con Robin Williams


Cogli la rosa quando è il momento che' il tempo lo sai che vola...
e lo stesso fiore che oggi sboccia
domani appassirà.

22 dicembre 2005

07 dicembre 2005

I nostri spiriti sono collegati nei sogni ...


I nostri spiriti sono collegati nei sogni ...
oppure puoi sempre scrivermi un'e-mail!

06 dicembre 2005

Ci sono 10 tipi di persone al mondo ...


Ci sono 10 tipi di persone al mondo.

Quelli che capiscono il codice binario ..
quelli che non lo capiscono.

01 dicembre 2005

La teoria del Piccolo mondo


Un esperimento un po’ visionario degli anni sessanta, abbandonato nei cassetti della facoltà di psicologia sociale della Yale University, si ripropone nell’era della Rete come una interessante net-provocazione
"Fred Jones di Peoria, Michigan, è seduto in un caffè di Tunisi ed ha bisogno di accendere la sua sigaretta. Chiede del fuoco all'uomo del tavolo accanto. Inizia a conversare; lo straniero è un inglese che, viene a sapere, ha passato alcuni mesi a Detroit per studiare i modi di produzione di una fabbrica di tappi. "Lo so che è una domanda sciocca", dice Jones, "però ha mica per caso incontrato un tipo di nome Ben Arkadian? E' un mio vecchio amico, gestisce una catena di supermercati a Detroit...""Arkadian, Arkadian," ripete fra sè l'inglese. "A dire il vero, penso proprio di si! Un tipo non molto alto, molto energetico, ha fatto un casino che non le dico a proposito di una spedizione difettosa". "Davvero!" esclama Jones stupito. "Santo cielo com'è piccolo il mondo".Questa esperienza è così sorprendente, eppure così solita che abbiamo coniato una frase per descriverla: " Com'è piccolo il mondo!"Così scrive Milgram nel 1967. Stanley Milgram, psicologo sociale, conosciuto soprattutto per i suoi esperimenti sull'obbedienza all'autorità, condotti negli anni 1961-1962 presso la Yale University. Nel 1967 tratta un problema interessante: “Quanto è piccolo il mondo?” Una ricerca che prende le mosse dalla considerazione che tutti, ameno una volta, abbiamo espresso, ovvero “Com’è piccolo il mondo”.Attenzione, le due frasi non sono la stessa cosa. Dal punto di vista matematico la prima assume la forma: “Qual è la probabilità che due persone, scelte a caso nella popolazione mondiale, abbiano un amico in comune?” La seconda invece risponde alla descrizione: “Qual è la probabilità che incontriate uno degli amici che avete conosciuto fino ad oggi oppure uno sconosciuto che sia amico di uno degli amici che avete conosciuto fino ad oggi?” Milgram affronta il primo problema e cerca la risposta con un ingegnoso ed originale esperimento ideato per verificare un'ipotesi piuttosto semplice: data una vasta rete sociale (nel caso in esame la popolazione degli Stati Uniti), ognuno dei suoi membri è connesso ad un qualunque altro membro mediante una breve catena di conoscenze intermedie. Milgram svolge due esperimenti, simili fra loro. Recapita ad un paio di centinaia di persone scelte a caso nel Kansas e nel Nebraska, regioni assai decentrate e poco popolate degli USA, nel primo caso una lettera e nel secondo un "Passaporto" – immaginate un libretto formato passaporto con in copertina la scritta in caratteri d'oro "Harvard University" – chiedendo loro di inviarlo ad un soggetto "bersaglio" residente nell'area di Boston, Massachussets, costa occidentale. Per recapitare l'oggetto, gli "invianti" devono rispettare un vincolo aggiuntivo. Possono mandarlo solo a qualcuno/a che conoscono sufficientemente bene da chiamarlo/a per nome di battesimo e che reputano abbia maggiori possibilità delle loro di fare avere l'oggetto al "bersaglio" finale. Per aiutarli a decidere, Milgram fornisce agli “invianti” alcune informazioni sul soggetto bersaglio: nome, cognome, indirizzo, occupazione. Per seguire il percorso delle singoli spedizioni, chiede ai partecipanti, ovvero tutti coloro che hanno avuto a che fare ad un certo punto con ciascuno degli oggetti, di staccare da essi una delle etichette con il suo indirizzo presso l'università di Harvard, dove insegna e di inviargliela. Il tutto funzionò piuttosto bene.Al punto che il risultato del suo esperimento è assurto a dogma della sociologia: poiché, in media, l’oggetto viene recapitato dopo sei passaggi, esistono sei gradi, sei livelli di separazione. In altre parole, ognuno di noi, appartenente ad una vasta rete sociale, è connesso ad ognuno degli altri per il tramite di sei persone. Breve digressione. La frase "sei gradi di separazione" è entrata a fare parte del bagaglio della cultura popolare grazie alla commedia di Broadway del 1990 di John Guare che la prese come titolo. Commedia degli equivoci, dove si racconta con sarcasmo ed ironia –pare basandosi su una storia vera – di come un giovane gay, spacciandosi con successo come il figlio di Sidney Poitier, riesca ad imbrogliare Flanders (Flan) e Louisa (Ouisa) Kittredgela, rampanti mercanti d'arte di scarso successo, disperatamente aggrappati al Manhattan lifestyle.Passano gli anni e l'ipotesi del "Piccolo Mondo a Sei Livelli" passa di moda. Milgram torna a dormire sogni tranquilli. Sono in tanti, esperti di ogni ordine e grado e non, ad essere convinti che l'ipotesi sia stata debitamente dimostrata e che il mondo sia davvero "piccolo". Arriviamo al 1998. Per anni il problema del Piccolo Mondo è stato un interessante gioco per matematici, descritto nei termini che seguono: "Prese due persone qualunque nel Mondo, qual è la probabilità che si conoscano?". Ithiel de Sola Pool del MIT e Manfred Kochen dell'IBM mettono insieme a punto un modello matematico del problema e per oltre venti anni hanno fatto circolare fra i loro colleghi articoli mai pubblicati. Kochen nel 1989 dichiara che non hanno mai cercato di farlo perché: non abbiamo mai avuto la sensazione di avere "spezzato le reni del problema". Onore al merito della serietà scientifica. Sono sempre due matematici – specie sempre assai pericolosa –, Watts e Stragatz (giuro che i nomi sono autentici), a pubblicare su "Nature" un articolo nel quale, avvalendosi del concetto di “connettori casuali nella rete”, offrono una spiegazione matematica del fenomeno "Piccolo Mondo". L'elegante dimostrazione, basata sull'affascinante Teoria dei Grafi, è suffragata però da un solo esempio sociologico sperimentale. Definendo due attori "connessi" se hanno recitato insieme in almeno un film, i due autori hanno scoperto che i 225mila attori presenti nell'aprile 1997 nella banca dati "Internet Movie Database" sono separati fra loro da soli quattro passaggi. Esempio interessante che può essere una buona analogia, secondo Judith Kleinfeld, docente di psicologia presso l'università dell'Alaska a Fairbanks, per altre reti di professionisti, ad esempio scienziati o dirigenti aziendali. Tuttavia, gli attori, che cambiano il contesto sociale ogni volta che girano un film, non sono una valida analogia per la formulazione classica del problema "Piccolo Mondo" che si può enunciare nel modo che segue: "A che livello sono connesse, ovunque nel mondo, le persone?” Siano essi un contadino indiano analfabeta o uno dei miei figli, giovani tecnofili urbani, quanti passaggi ci vogliono per connetterli?Inutile dire che la pubblicazione dell'articolo ha portato ad un'esplosione dell'interesse di specialisti e media. Yang e Shulman (1998) lo definiscono una scoperta fondamentale con implicazioni che vanno dalla trasmissione delle malattie alle neuroscienze alla diffusione degli incendi boschivi. Racconta Watts in un articolo pubblicato dalla rivista Discover: "Sono stato contattato da esperti di tutte le specializzazioni, con l'unica eccezione della letteratura inglese. Ho ricevuto lettere da matematici, fisici, biochimici, neurofisiologi, epidemiologi, economisti, sociologi (come possono mancare.... NdA); da esperti di marketing, sistemi informativi gestionali, ingegneri civili, e da un'azienda che utilizza il concetto del "piccolo mondo" per definire architetture di rete su Internet”. Nota di colore o ironia della sorte, Stanley Milgram era uno psicologo sociale. Eppure la lista di Watt non ne contempla neanche uno. Niente di sorprendente. Il problema del "Piccolo Mondo" in psicologia era finito nel dimenticatoio.La già citata Kleinfeld lo ha tirato fuori ed ha cercato di restituire alla psicologia la sua forza empirica, la sua attenzione ai sistemi di credenze. Ha cercato di smontare la perversa combinazione della forza della credenza popolare di quanto sia piccolo il mondo e la debolezza dell'evidenza scientifica delle conclusioni di Milgram.Eh già. L'ipotesi di Milgram è tutt'altro che dimostrata. La Kleinfeld si è accuratamente letta gli appunti originali di Milgram, conservati negli archivi della Yale University. I risultati sono inquietanti. Il fenomeno "Piccolo Mondo" si basa su fondazioni empiriche molto, molto deboli. Le prove che Milgram presenta a supporto della sua ipotesi ammettono rivendicazioni molto più ristrette di quelle normalmente riconosciute. Difficile considerare universale il fenomeno "Piccolo Mondo", quando si dimostra che sono stati utilizzati solo i dati di uno dei due "obiettivi" e solo qualche decina di catene complete. Non solo. Ci sono dati – quelli del Kansas – che Milgram non pubblica perché non alimentano le sue ipotesi. Insomma i risultati sono assai fragili. Non ci sono state ricerche per verificarle. Le sole verifiche completate sono limitate, trattano insiemi di partecipanti troppo limitati come numero o come contesto (all'interno di una sola università), inferiori a quelli di Milgram. No, non è sorprendente che nessuno abbia mai condotto uno studio a larga scala. Troppe volte vengono citati autori e le loro idee senza che ci si sia presa la briga di andarli a leggere. Vedere ad esempio quante cose sono state attribuite a quel poveraccio di Taylor senza che lui si sia mai sognato di dirle o scriverle... Lasciamo perdere.Riassumiamo. Milgram svolge uno studio. Afferma che il mondo è piccolo. In media sei passaggi e tutti sono connessi con tutti. Passano gli anni. Una psicologa dell'Alaska inizia a spulciare le carte di Milgram. Un po' perché messa sul chi vive da un articolo di due matematici, un po’ perché, dovendo preparare un corso sulle metodologie di ricerca, matura l'idea di replicarne l'esperimento nell'era di Internet. L'esperimento di Milgram, infatti, non solo porta a dei risultati elegantemente contro-intuitivi, ma può insegnare qualcosa di veramente nuovo: Internet ha modificato il Mondo come si dice? E' diventato davvero più piccolo e interconnesso? Il modo con cui il virus "Lovebug" si è diffuso, facendo chiudere metà delle aziende nel giro di ventiquattro ore, è indicativo di qualcosa? e di cosa?Judith Kleinfeld dopo le sue ricerche negli archivi di Yale formula tre affermazioni. Pesanti.La prima è che le scoperte empiriche di Milgram non giustificano la sua famosa conclusione che si vive in un "Piccolo Mondo" dove le persone sono separate in media da sei livelli. La seconda è che il sorprendente grado di accettazione della nozione che siamo tutti interconnessi è di per se un importante fenomeno da investigare. Probabilmente abbiamo una forte necessità emotiva di crederci perché "pensare che ci si tiene tutti per mano da' sicurezza in un mondo che fa paura". Esiste una forte credenza religiosa – anche fra chi si dichiara laico o gentile – che gli incontri fortuiti non siano casuali ma l'evidenza di un qualche disegno divino.La terza e ultima rivendica alla psicologia la trattazione del problema "Piccolo Mondo". Occorrono ricerche empiriche per rispondere a quesiti del tipo: "Che significa essere intimi con un’altra persona così da chiamarla per nome di battesimo?" "Che significa essere connessi?" Un esempio: sono un ragazzo-padre che riceve assistenza sociale da un dipendente dell'assessorato comunale preposto e lo chiamo per nome di battesimo. Il dipendente fa lo stesso con il suo dirigente che fa lo stesso con l'Assessore che fa lo stesso con il sindaco, collega di partito e amico di lunga data del Primo Ministro che è intimo del Presidente della Repubblica. E allora? Quale è la tipologia delle persone altamente connesse e quale quelle che non lo sono? Belle domande, non trovate?Ce n'è abbastanza per sottoporre a verifica le conclusioni di Milgram. Duncan Watts, sociologo della Columbia University, insieme ad un team di ricercatori, ha avviato un interessante progetto per verificare, attraverso l'uso della posta elettronica, se la teoria dei sei gradi di separazione sia verificata su scala mondiale. La speranza è di capire come siano strutturate le reti sociali e se è possibile tracciare dei paralleli fra le reti sociali umane e quelle progettate dall'uomo, come le reti informatiche distribuite: tanti calcolatori collegati fra di loro. Internet ad esempio.Se volete farne parte, in qualità di "bersaglio" o di "inviante", basta andare sul sito http://smallworld.sociology.columbia.edu e presentare la propria candidatura.Selezionate la voce giusta, inserite i vostri dati personali di base ed il gioco è fatto. Come partecipante all'esperimento vi sarà dato il nome del vostro bersaglio insieme a qualche altra informazione pertinente. Ovvio che io mi sono registrato. Sono troppo curioso e sono pur sempre un fisico sperimentale.... Il mio "bersaglio" è un signore norvegese, veterinario militare, che ha studiato ad Oslo. Devo seguire le stesse regole del gioco di Milgram: posso rivolgermi solo a persone che conosco abbastanza da chiamarle per nome; non posso usare motori di ricerca e Internet per trovarlo subito. Non conosco nessuno in Norvegia, però un mio caro amico – lo chiamo per nome – lavora per una multinazionale svedese. La Norvegia è lì accanto.... chissà che non funzioni.Una volta che vi siete iscritti, potete verificare lo stato di avvicinamento al vostro bersaglio andando all'indirizzo http://smallworld.sociology.columbia.edu/track.htmlNon fatelo se non vi siete iscritti: per entrare vi servono la Password e la Userid che vi saranno assegnati.Se invece dovesse capitarvi di essere stati scelti per mandare avanti il messaggio, il team di progetto vi farà sapere chi è stato ad inviarvelo, ovvero l'anello della catena precedente al vostro. Prima di inoltrare a qualcun altro il messaggio dovete confermare al team di progetto che effettivamente conoscete la persona che ve lo ha mandato. Come vedete hanno messo a punto tutte le possibili sicurezze per evitare imbrogli...Poi digitate il nome e la e-mail della persona a cui volete inviare il messaggio ricevuto per avvicinarlo ancora di più al soggetto "bersaglio". Se volete potete anche allegare un breve messaggio di spiegazione o di saluto.Dunque, è per me un piacere ed un onore invitarvi a fare parte del progetto dei signori Prof. Duncan J. Watts, Dr. Peter Dodds e Roby Muhamad del Department of Sociology and the Columbia Earth Institute; Columbia University, 2960 Broadway, New York, NY 10027-6902, USA.Non so voi, io non vedo l'ora di sapere come finisce...
Che la Rete sia con Voi.
by Andrea Aparo
Professore di Strategie Aziendali all’Università di Roma

26 novembre 2005

Lo scopo di ogni attività ...

Albert Einstein


Scopo di ogni attività dell'intelletto è ridurre il mistero a qualcosa di comprensibile

powered by Albert Einstein

25 novembre 2005

Un'immagine vale più di mille parole


A volte,
un'immagine,
vale più di mille parole.

Sometimes,
an image,
is more than hundred words.

Il guaio di Hollywood

Tratto dal film: Codice Swordfish (2001) con John Travolta


[Gabriel] Il guaio di Hollywood è che ... produce merda. Inaccettabile, inarrivabile merda. Io non sono un rozzo, aspirante cineasta in cerca dell'esistenzialismo dentro una pipa carica di marjuana. E' facile infierire sulla cattiva recitazione e sulle scelte di regia, sui minestroni di parole che tante produzioni oggi definiscono "Sceneggiature". Ma io denuncio la mancanza di realismo, il realismo, un elemento che non permea alla moderna cinematografia americana. Quel pomeriggio di un giorno da cani, forse il miglior film di Al Pacino, escludendo, Scar Face e il Padrino parte prima; magistralmente diretto, il Capolavoro di Sidney Lumet. La fotografia, la recitazione, la sceneggiatura tutto perfetto ma ... ... ancora non hanno varcato il limite.E se per esempio, se per esempio in quel film Sonny avesse potuto farla franca, ma VERAMENTE farla franca ... e se, ecco la cosa intrigante, e se avesse ucciso gli ostaggi subito, senza pietà nè quartiere. Esaudite le richieste questa bella biondina si becca una pallottola alla nuca "bang" sangue. Ancora niente autobus? E quando mai. Quante vittime innocenti in bella mostra ci sarebbero volute per convincere le autorità a cambiare la strategia nelle crisi con ostaggi, siamo nel 76 non c'è la CNN o la CMBC, non c'è neanche internet. Porta tutto ai giorni nostri, adesso, identica situazione. Quanto impiegherebbero i media a scatenare la frenesia collettiva, questione di poche ore e diventerebbe la notizia del giorno da Boston a Budapest. Dieci ostaggi giustiziati, venti, trenta, senza sosta "bang" "bang", uno dietro l'altro. Tutto ripreso in alta definizione col computer che esalta i colori, quasi la tocchi la materia grigia. E per cosa? Un autobus, un aereo? Qualche milione di dollari per altro assicurati? Eeh (sospiro) Io, io non credo ... però è un'idea. Certo non è ... non rientra nei canoni tradizionali del cinema. Voi che dite?
[poliziotto] Non sarebbe stato giusto per quel film
[Stanley] Davvero?
[poliziotto] Non avrebbe avuto successo
[Gabriel] E come mai?
[poliziotto] Il pubblico ama il lieto fine
[Gabriel] Pacino scappa con tutti i soldi, il suo amante fa il cambio di sesso, e vissero felici. No?
[Stanley] No
[Gabriel] Ah! Omofobia
[Stanley] Il cattivo non può vincere, il finale deve essere edificante. In un modo o nell'altro il cattivo deve morire.
[Gabriel] Mm. Beh, la vita è più fantasiosa della fiction a volte.

24 novembre 2005

Chi è l'autore del proprio destino?

Una persone, gravemente malata, va dall'oracolo il quale gli dice che guarirà.
La persona è tutta contenta, diventa felice, si fa seguire dai medici e guarisce.

Un'altra persona, malata della stessa malattia, va dal'oracolo che questa volta profetizza la morte.
Questa persona si demoralizza, diventa sempre più triste, non accetta più le cure dei medici e muore.

Chi è stato l'autore del destino di queste persone?
L'oracolo che ha profetizzato qualcosa? Oppure le due persone che si sono poi comportate in maniera diversa?
by mk

22 novembre 2005

Guarda e ascolta


Guarda ogni cosa che vedi e ricorda ogni cosa che guardi;
Ascolta ogni cosa che senti e ricorda ogni cosa che ascolti.

Ogni tanto non sembra, ma ci ritroviamo a "contestare" qualcuno senza averlo prima ascoltato veramente

by mk

Nulla è giusto e nulla è sbagliato


Nulla è giusto e nulla è sbagliato.
Ogni cosa ha un suo senso logico.
Nothing is wrong and nothing is right.
Everything has it's logic sense.

by mk

17 novembre 2005

Il Nuovo Codice della Strada - La Patente a Punti


Con 5 punti ricevi la spilla con foto del Ministro Lunardi.
Con 10 punti il CD garantito Antiautovelox da piazzare sul cruscotto.
Con 15 punti maglietta unisex con cintura di sicurezza stampata, indicare la taglia e l'utilizzo per il guidatore o passeggero.
Con 20 punti pastiglia per eludere il test per alcolimetro.
Solo per il primo semestre dall'entrata in vigore della Patente a Punti!
Puoi accedere all'offerta promozionale "raddoppia i punti": raddoppiare è semplicissimo basta commettere contemporaneamente più infrazioni ad esempio: guida ubriaco in contromano 10 punti x 2 = 20 punti passa con il rosso senza cinture 5 punti x 2 = 10 puntiI punti da raddoppiare prendono in considerazione la più grave delle infrazioni. Attenzione le infrazioni non sono cumulabili ad esempio: passi con il rosso a 200 all'ora uccidendo un pedone sulle strisce, non ti fermi e sei senza cintura prendi sempre solo 10 punti x 2 = 20 punti.
Per questo inverno pagando soli 50 euro a qualsiasi autopattuglia della stradale avrai la Summer Card esibendo la quale dal 01/12/05 al 31/03/06 potrai evitare l'esame per il superamento del tasso alcolico.
Una volta raggiunti i punti necessari il premio potrà essere ritirato dal tuo vigile urbano di fiducia consegnando l'apposita schedina rosa per la raccolta.

16 novembre 2005

La filosofia dell'ottimismo


Ci sono persone che danno la "vita", vita inteso in senso lato, energia, voglia di fare, con il loro ottimismo e persone che questa "vita", invece, cercano di toglierla o di ridurla sempre al minimo.

Ci sono persone che riescono a vedere le cose sotto un punto di vista costruttivo e non distruttivo, persone che riescono a tirati su nei momenti in cui non vorresti nè vedere nè sentire nessuno.
Queste sono le persone con le quali vorrei avere a che fare.

Ogni cosa è possibile vederla sotto più punti di vista.
Chi mi dice che quello corretto sia solo quello peggiore?

by mk

Un paio di riferimenti:
- http://www.lclark.edu/dept/chron/positives03.html (text in english)
- http://www.davidberryart.com/gallerybaba/faithoptimism.html (text in english)

15 novembre 2005

La prospettiva

Tratto dal film: l'Attimo Fuggente (1989) con Robin Williams


"Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassu'. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! E' proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva."

Il mondo è come un grande gioco

Secondo me il mondo è come un grandissimo giocattolo,
pieno di infinite regole,
e tu,
puoi decidere di essere il pezzo che vuoi.

by mk

12 novembre 2005

Perché dovremmo ?


"Anche se la tecnologia ci dà la possibilità di lavorare 10 volte più velocemente, perché mai lo dovremmo fare ? Il nostro corpo può essere in grado di sostenere questo sforzo - almeno per un certo periodo - ma il nostro spirito non è stato creato per girare vorticosamente nella giostra del consumismo".
by potakin - 11/11/2005

11 novembre 2005

Spesso, gli adulti,
sono i peggiori bambini che esistano
Photos by Corbis.com

04 novembre 2005


Finchè le parole avranno un valore,
varrà la pena scriverle ...

30 ottobre 2005


Secondo me, farsi una risata, è come prendere una boccata di aria fresca.
E' possibile non ridere, così come è possibile respirare aria viziata o condizionata in un ufficio, una sala d'attesa, un supermercato. Ma è completamente diverso quando ci troviamo davanti al mare pulito in una bella mattina d'estate o in un prato di montagna (lontano dai pascoli) alla mattina quando il sole fà capolino dalle montagne ad est e respiriamo l'aria che la natura, la cosa più semplice e senza artifizi ci sa dare.
Possiamo alterare, condizionare, manipolare, modificare, alzare o abbassare, accentuare o attenuare, aromatizzare quanto vogliamo l'aria che respiriamo, ma non potremo mai renderla migliore di quella fresca genunina della natura.
E così anche la risata, se vera, naturale, se parte dal cuore, è la cosa più fresca e genuina che ci possa essere.

by mk

28 ottobre 2005


Aborro ciò che dici,
ma mi batterei
fino alla morte,
per permetterti di dirlo.

Powered by Voltaire

Si può capire di più di una persona
in un'ora di gioco
che in un anno di conversazione.

Powered by Platone

27 ottobre 2005

La vita rimane intatta quando ci sia la forza d'immaginare, di sentire e di amare:
che è appunto il vivere.
Dice l'intelletto: l'amore è illusione, sola verità è la morte.
E io amo e vivo e voglio vivere.
Il cuore rifà la vita che l'intelletto distrugge.

Powered by Giacomo Leopardi

21 ottobre 2005

Tratto dal film: The Matrix (1999) con Keanu Reeves

"Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto durante la mia missione qui.
Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie.
Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi.

Tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante cosa che voi umani non fate, vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce e l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca... c'è un altro organismo in questo pianeta che adotta lo stessa comportamento, il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta, siete una piaga e noi siamo la cura."

L'agente Smith a Morpheus

18 ottobre 2005

L'esperienza è un'insegnante severa:
prima ci esamina e solo dopo ci fa lezione.
legge di Vernon Sanders

17 ottobre 2005

Tratto da una e-mail pervenutami da un'amica: by Mk

Un giorno, ero un ragazzino delle superiori, vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola.
Il suo nome era Kyle e sembrava stesse portando tutti i suoi libri. Dissi tra me e me: "perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì? Deve essere un ragazzo strano". Io avevo il mio week end pianificato (feste e una partita di football con i miei amici), così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato. Mentre stavo camminando vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro a Kyle. Gli corsero addosso facendo cadere tutti i suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là. Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi.
Mi rapì il cuore!
Così mi incamminai verso di lui mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi. Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: "quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere. Kyle mi guardò e disse: "Grazie!". C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine. Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva.
Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima, lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata. Prima di allora non sarei mai andato in giro con un ragazzo che frequentava le scuole private. Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri. Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a football con i miei amici e lui disse di si.
Stemmo in giro tutto il week end e più lo conoscevo più Kyle mi piaceva così come piaceva ai miei amici.Arrivò il lunedì mattina ed ecco Kyle con tutta la pila dei libri ancora. Lo fermai e gli dissi: "ragazzo finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili con questa pila di libri ogni giorno!" Egli rise e mi passo la metà dei libri.
Nei successivi quattro anni io e Kyle diventammo amici per la pelle. Una volta adolescenti cominciammo a pensare al college, Kyle decise per Georgetown e io per Duke. Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi.
Kyle sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di scuole di football.
Kyle era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso per un secchione.
Kyle doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare.
Il giorno dei diplomi, vidi Kyle, aveva un ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Si era un pò riempito nell'aspetto e stava molto bene con gli occhiali. Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano. Ragazzi qualche volta ero un pò geloso! Oggi era uno di quei giorni, potevo vedere che era un po’ nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi: "Hei, ragazzo te la caverai alla grande!" Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine) e sorrise mentre mi disse:"Grazie". Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: "nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hannoaiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti, gli allenatori ma più di tutti i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare. "Voglio raccontarvi una storia..."
Guardai il mio amico Kyle incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro incontro. Lui aveva pianificato di suicidarsi durante il week end. Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, così che la madre non avesse dovuto farlo dopo, e di come si stava portando a casa tutte le sue cose. Kyle mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso. "Ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi salvò dal fare quel terribile gesto". Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni. Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole. Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine.
Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento.
Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni.
Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio.
Il divino fa incrociare le nostre vite perché ne possiamo beneficiare in qualche modo. Cercate il buono negli altri. "Gli amici sono angeli che ci sollevano i piedi quando le nostre ali hanno problemi nel ricordare come si vola." Non c'è né inizio né fine. Ieri è storia. Domani è mistero. Mostra adesso ai tuoi amici quanto ci tieni.

14 ottobre 2005

I tre livelli della comunicazione: by Mk

Secondo me, ogni comunicazione è suddivisibile in tre principali livelli:













1° - Cosa
Il cosa è la parte più importante della comunicazione e determina l'argomento effettivo che si intende comunicare.
Cosa vogliamo dire è l'aspetto primo della comunicazione ma anche, purtroppo, quello più trascurato.







2° - Come
Il come viene detta una "cosa", spesso e volentieri ci influenza di più della cosa stessa. Una modalità brusca o troppo lodevole può farci subito "drizzare le antenne". Una modalità subdola o ambigua può generare diffidenza. Una modalità positiva e realista può disporre favorevolmente all'ascolto.
Più in generale, sempre secondo me, ogni "cosa" ha uno o più "come" per essere comunicata.



3° - Quando e Dove
La scelta del tempo e del luogo è la terza ed ultima componente di una catena già fragile dall'inizio.
Il quando, in effetti, può essere determinante per far sì che il messaggio sia ricordato ed il dove, invece, per fare in modo che quel messaggio acquisti profondità (o importanza).

10 ottobre 2005

Tratto dal film: Be Cool (2005) con John Travolta













Martin (Denny DeVito): "Ehi Chili, è la tua macchina quella?".
Chili (John Travolta): "Sì, è una Insight, la… la Cadillac delle ecologiche".
Martin: "Strettina, mi pare, per te".
Chili: "Mi sacrifico per l'ambiente, consuma poco e non inquina".
Martin: "Ma andrà pianissimo!".
Chili: "Martin, ... se sei importante, ti aspettano".



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05 ottobre 2005

Tratto da alcuni giornali di mer 05 ott 2005

Sono le sfide, a fare la differenza. Quelle lanciate e affrontate, poco importa se vinte, comunque coraggiose. Le sfide che danno valore alle persone, per l'esattezza a quelle trentasette che Time ha messo in fila sotto il titolo "Gli eroi europei del 2005", una lista che la rivista stila ogni anno. Persone "straordinarie che illuminano e ispirano, perseverano e provocano. Affrontano sfide che gli altri spesso preferiscono evitare, ricordando a tutti quanto una sola persona, persino di fronte alle avversità, possa fare". Fra gli eroi d'Europa, due soli sono gli italiani: la presidente dell'Associazione antiracket San Giovanni per la legalità a Napoli, Silvana Fucito. L'altro, un po' sorprende: è Beppe Grillo.



... Ciò che secondo Time accomunerebbe il comico genovese agli altri nomi è l’infaticabile volontà di fare pressione sui leader politici ed economici mondiali per trasformare la loro retorica sul commercio libero, la cancellazione del debito e gli aiuti in realtà. E in questo Grillo è un precursore. Quando nel dicembre del 2003 l'Italia fu scossa dallo scandalo Parmalat, la più grande bancarotta della storia europea, erano già due anni che il comico nei suoi spettacoli faceva mordaci battute sui poco trasparenti bilanci della società parmigiana, ricorda Time. Così come quando nella trasmissione Tv nel 1987, mise i dubbio l’onestà dell'allora primo ministro italiano Bettino Craxi, che sarebbe più tardi stato travolto dalle inchieste di Mani Pulite, un gesto che gli costò caro: da quel momento fu bandito infatti dal piccolo schermo. ...


... Grillo e Fucito si trovano inseriti in un gruppo in cui appaiono tra gli altri il calciatore francese dell'Arsenal Thierry Henry (a cui è dedicata la copertina) per la sua campagna anti-razzismo, l'irlandese Bob Geldof (organizzatore del concerto benefico Live 8), la giornalista francese rapita in Iraq Florence Aubenas, i sindaci di Tirana Edi Rama e di Amsterdam Job Cohen e il regista spagnolo Pedro Almodovar.












04 ottobre 2005

Tratto dal film: Matrix Reloaded (2003) con Keanu Reeves

SMITH: Signor Anderson. Ha ricevuto il mio pacchetto?
NEO: Sì.
SMITH: Oh, bene.
MORPHEUS: Smith?
LINK: Chiunque sia, qui non lo rilevo come agente.
SMITH: Sorpreso di vedermi?
NEO: No.
SMITH: Allora ne è cosciente.
NEO: Di cosa?
SMITH: Della nostra connessione. Non mi è ancora del tutto chiaro cosa ci sia capitato. Probabilmente una parte di lei è rimasta impressa su di me, come quando si soprascrive o si duplica. Ma a questo punto è irrilevante. Quello che importa è che, qualunque cosa sia accaduta, è accaduta per una ragione.
NEO: E quale sarebbe questa ragione?
SMITH: Io l'ho uccisa, signor Anderson. L'ho vista agonizzare. Con una certa soddisfazione, non lo posso negare. C'è stato un imprevisto, poi, un evento che io davo per impossibile, ma che comunque si è verificato. Lei ha distrutto me, signor Anderson. In seguito, conoscendo le regole, io sapevo bene quel che avrei dovuto fare, ma non l'ho fatto. Non ci sono riuscito. Mi
sono sentito obbligato a restare, obbligato a disobbedire. E adesso, come vede, mi trovo qui per colpa sua, signor Anderson. Per colpa sua, non sono neanche più un agente di questo sistema. Per colpa sua, ora sono scollegato, sono cambiato. Un uomo nuovo, potremmo dire uguale a lei,
apparentemente libero.
NEO: Congratulazioni.
SMITH: Grazie. Ma come lei ben sa, le apparenze possono ingannare, il che riporta la nostra conversazione alla ragione per cui siamo qui. Noi non siamo qui perché siamo liberi. Siamo qui perché non siamo liberi. Di sottrarsi a questo dato di fatto non c'è ragione. Nel negarlo non c'è scopo. Perché sappiamo entrambi che senza scopo noi non esisteremmo.
SMITH 2: È lo scopo ad averci creati.
SMITH 3: È lo scopo che ci connette.
SMITH 4: Lo scopo che ci motiva.
SMITH 5: Che ci guida.
SMITH 6: Che ci spinge.
SMITH 7: È lo scopo che stabilisce.
SMITH 8: Lo scopo che ci vincola.
SMITH: Noi siamo qui per colpa sua, signor Anderson. Siamo qui per togliere a lei quello che lei ha cercato di togliere a noi: lo scopo.
TRINITY: Che gli prende, dimmi?
LINK: Non lo so.
SMITH: Sì, così. Presto sarà tutto finito

03 ottobre 2005

Tratto dal film: Codice Swordfish (2001) con John Travolta









Gabriel (John Travolta): "Mai sentito parlare di Udinì? Sai, lui non era come certi maghi di oggi interessati solo ai dati di ascolto. Era un artista. In mezzo ad un teatro pieno di gente sapeva far sparire un elefante, e sai come ci riusciva? Depistaggio!"
Stanley (Hugh Jackman): "Dove diavolo vuoi arrivare?"
Travolta: "False indicazioni! Quello che l'occhio vede e l'orecchio sente, la mente crede!"


02 ottobre 2005

Tratto dal film: l'Attimo Fuggente (1989) con Robin Williams

"Non scriviamo e leggiamo poesie perché è carino.
Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione.
Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento.
Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore
...
sono queste le cose che ti tengono in vita."

"O me! O vita!
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei di infedeli, città gremite di folli,
me stesso biasimato da me stesso (perchè chi è più folle di me, chi è più infedele?),
occhi che vanamente implorano la luce, argomenti meschini,
lotta sempre rinnovata, i miseri risultati del tutto,
vedo attorno a me moltitudini di genti lente e grette, anni di riposo vuoti e vani,
nel riposo io mi avviluppo, e la domanda, o me! così triste mi perseguita:
che v'è di nuovo in tutto questo, o me o vita?

Risposta

Che tu sei qui,
che la vita esiste e l'identità,
che il potente spettacolo continua,
e tu puoi contribuire con un verso."

Walt Whitman

30 settembre 2005

Voi ridete di me perchè sono diverso,
ma io rido di voi perchè siete tutti uguali.

Parte con questa frase il blog di Pensieri a ciel sereno.
Un posto dove ho intenzione di inserire riflessioni e pensieri, appunto, su tutto quello che mi viene in mente. Spero di non offendere nessuno e, nel mio piccolo, di fornire q.ke punto di vista differente che, nel tram-tram/stress quotidiano, potrebbe essere sfuggito.
Ogni commento è ben accetto ... purchè sia costruttivo e aiuti il lettore ad elevare sempre di più il suo spirito.

;-) mk